Il parcheggio Zenale è a due passi dalla famosa basilica di Santa Maria delle Grazie, che ospita il Cenacolo nel refettorio del convento. E’ classificata come patrimonio dell’umanità dall’Unesco, insieme con l’affresco del Cenacolo di Leonardo da Vinci.
La chiesa di Santa Maria delle Grazie è una basilica e santuario situata a Milano, appartenente all’Ordine Domenicano e facente capo alla parrocchia di San Vittore al Corpo. L’architettura della tribuna, edificata fra il 1492 e il 1493 per volere del Duca di Milano Ludovico il Moro come mausoleo per la propria famiglia, costituisce una delle più alte realizzazioni del Rinascimento nell’Italia settentrionale.
Nel refettorio troviamo la sala di Pietro Maschera, rettangolare, con un’elaborata copertura costituita da una volta a botte “unghiata”, che si conclude nelle testate con volte “a ombrello”. All’interno era interamente decorata ad affresco sulle pareti e sulla volta. A seguito del crollo della volta e delle pareti principali, restano le due pareti terminali con l’Ultima Cena di Leonardo da Vinci a destra e a sinistra la Crocefissione di Donato Montorfano, temi consueti per la decorazione dei refettori conventuali.
L’architettura della basilica è costituita da navate immerse nella penombra, che vennero illuminate da Bramante con una monumentale tribuna all’incrocio dei bracci, coperta da una cupola emisferica. Vi aggiunse inoltre due ampie absidi laterali e una terza, oltre il coro, in asse con le navate. L’ordinata scansione degli spazi si riflette anche all’esterno, in un incastro di volumi che culmina nel tiburio che maschera la cupola, con una loggetta che si riallaccia ai motivi dell’architettura paleocristiana e del romanico lombardo.
È perfettamente conservata la decorazione delle tre navate, che copre interamente le volte e le pareti e che fu realizzata immediatamente dopo l’ultimazione della chiesa. I motivi geometrici a colori vivaci, le fiammelle e i radiali sono testimonianza del gusto tardogotico ancora diffuso. Di matrice rinascimentale sono invece i tondi, rappresentati nelle lunette della navata centrale, che rappresentano Santi entro una finta architettura in scorcio, variamente assegnati a Butinone, Zenale e Montorfano. Di mano del Butinone sono anche i pregevoli Santi domenicani rappresentati a figura intera nelle navate minori, fra le cappelle.
Nel chiostrino adiacente alla tribuna, sulla porta che conduce alla sacrestia, c’è un affresco realizzato da Bramantino.